
Un duro colpo per gli appassionati di patatine fritte, quelli che nei fast food si armano di almeno due tipi diversi di salse per colorare questi croccanti bastoncini dorati.
L’acrilammide è una sostanza tossica e potenzialmente cancerogena che si sviluppa durante la cottura a temperature superiori i 120°C in alcuni alimenti ricchi di amido (come patatine pizza, pane, caffè.)
E' stata definita come rischiosa dal gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) già nel 2005. Per cercare di ridurre al minimo le concentrazioni di tale sostanza pericolosa per la nostra salute in alcuni alimenti per tutta la popolazione, ma soprattutto riguardo a determinati gruppi di consumatori più vulnerabili come lattanti a bambini, sono già stati compiuti alcuni sforzi a livello comunitario dall’industria alimentare, ad esempio attraverso la creazione di apposite linee guida a supporto per i produttori e per i trasformatori di prodotti come le patate fritte a bastoncino (sia quelle pronte al consumo, sia quelle destinate alla cottura domestica e surgelate), il pane, i cereali in fiocchi per la colazione, i biscotti, i preparati in vasetto per i più piccoli (come gli omogeneizzati), gli alimenti a base di cereali per la prima infanzia, il caffè torrefatto ed altri prodotti (cioè quelli a base di patate, di cereali, di caffè e di cioccolato e gli alimenti per lattanti diversi da quelli indicati nelle categorie precedenti). Per avere un più nitido quadro dei livelli di acrilammide in quei prodotti alimentari di cui è ne noto l'elevato contenuto o che generalmente sono il maggiore veicolo dell’assunzione di tale sostanza da parte della popolazione comunitaria, la Commissione europea ha redatto una raccomandazione (2007/331/CE) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea L123 del 12 maggio scorso. La Commissione ritiene che sia indispensabile creare un data base, raccogliendo queste informazioni in modo affidabile in tutta la Comunità, almeno su un arco di tre anni. Entro il 1° giugno di ogni anno i dati dovrebbero essere comunicati all'EFSA (dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare), la quale gestirà la banca dati. Tutti i risultati analitici saranno quindi esaminati, con lo scopo di determinare l'efficacia delle misure volontarie. E’ necessario sottolineare che, trattandosi di una raccomandazione, il programma di monitoraggio in essa illustrato potrà essere adattato in qualsiasi momento, qualora ciò risulti opportuno alla luce dell'esperienza acquisita. I prodotti alimentari da monitorare e le procedure di campionamento a cui attenersi da parte degli stati membri sono debitamente illustrati in due allegati al provvedimento. Infine, la Commissione raccomanda in particolare di fornire ulteriori informazioni per ogni prodotto oggetto di campionamento, visto che ciascuna categoria comprende un'ampia gamma di prodotti con caratteristiche diverse.
Nel frattempo, gli scienziati hanno raccomandato di seguire un regime alimentare vario e bilanciato, con molta frutta e verdura, e di moderare il consumo di cibi grassi e cotti, perchè non è ancora possibile determinare in quale percentuale la presenza totale di acrilammide nel corpo umano dipende dai cibi a base di amido.
Infatti, siccome altri alimenti come la frutta, i vegetali, la carne il pesce, le bevande e altri prodotti come le sigarette, possono causare la formazione di acrilammide nel corpo umano, non è nota la percentuale di acrilammide dovuta a cibi a base di amido.Inoltre, gli scienziati non conoscono la velocità con cui il corpo elimina l'acrilammide.
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