lunedì 29 ottobre 2007

Coffee a go go

Chi ama il caffè, il suo aroma inconfondibile, sa bene che l’ottimo espresso è il risultato di una magica combinazione tra diversi elementi.
Il segreto per gli esperti, infatti, sta nella legge delle 4 M: miscela, macinino, mano e macchina.Ricostruire la storia della macchina per il caffè non solo significa segnalare le tappe evolutive di uno strumento ma anche ripercorrere il costume, scovare l’origine di un gesto che da abitudine quotidiana ha assunto la sacralità del rito. Oggi, il caffè è la bevanda più consumata al mondo. Sono 400 miliardi le tazze bevute ogni anno. In Italia vengono consumati circa 37 Kg l’anno di caffè e l’Italia è al 12° posto in Europa e al 16° nel mondo per il consumo della bevanda nera.Volete riconoscere un ottimo caffè espresso?
Ecco le indicazioni degli esperti.
Il caffè perfetto lo si riconosce innanzitutto dal colore della crema che è nocciola, tendente al rossiccio oppure al testa di moro, a seconda della miscela di caffè. La crema avrà uno spessore di 3/4 mm. E deve restare a lungo. Il suo gusto e il suo aroma persistono a lungo nel palato, ha un corpo aromatico, denso e profumato.Il caffè sovraestratto lo si riconosce dal colore scuro della sua crema, con una parte tendente al nero.
Tende a ritirarsi rapidamente verso il bordo ed ha un gusto amaro, astringente, quasi legnoso con pochissimo aroma. Il caffè sottoestratto ha una schiuma molto chiara, non densa, che tende a sparire rapidamente. E' un caffè leggero.

venerdì 12 ottobre 2007

Tempura

La cucina Giapponese, trionfo di sapori crudi, a sorpresa annovera nel suo menu uno dei fritti più celebri nel mondo: il tempura. Un piatto non originale ma copiato da altre cucine, direbbero le malelingue. Invece è più corretto definirlo "importato" e naturalizzato come "autentico giapponese" ormai da quattrocento anni.Il tempura arrivò in Giappone nel XVII secolo assieme ai Gesuiti portoghesi che in quel periodo aprirono missioni nel sud del Paese. Lo stesso nome pare derivi da "tempora", cioè "quaresima", il periodo di digiuno durante il quale veniva preparato il piatto a base di pesce e verdure.Si tratta, in fondo, di un fritto in pastella. La differenza dai fritti in pastella come siamo abituati a farli noi consiste nel fatto che la pastella è fatta con ingredienti freddi e deve essere tenuta in frigo fino al momento di usarla. L'olio non deve essere di oliva, ma di semi e la temperatura deve mantenersi piuttosto bassa, leggermente inferiore ai 180° (circa 170°). Per essere certi che la temperatura è quella giusta,si immerge una goccia di pastella nell'olio. Se la temperatura è quella giusta, la pastella prima scende sul fondo della friggitrice e risale immediatamente dopo. Se è troppo freddo rimane sul fondo, se è troppo caldo rimane a galla senza prima scende sul fondo.
Questa la mia ricetta:
250 gr di farina "0"
250 gr di farina di riso o fecola
250 gr di acqua gassata molto fredda
Esecuzone:
Mescolare in una ciotola la farina "0", con la farina di riso o la fecola e l'acqua frizzante finchè avrà raggiunto una consistenza elastica, coprire e lasciar riposare in frigo per almeno 8 ore. Trascorse le 8 ore togliere il recipiente con la pastella dal frigorifero e sistemarla all'interno di una boulle, contenente cubetti di ghiaccio per circa la metà della sua capienza, rimescolarla per far riprendere corposità alla pastella.In questo modo, potremo immergervi all'interno le pietanze da friggere mantenendo la temperatura fredda necessaria per la ben riuscita della tempura.

giovedì 11 ottobre 2007

Il fascino alcolico


«Un dry Martini», disse. «In un´ampia coppa da champagne».«Oui, monsieur».«Aspetti un momento. Tre parti di Gordon´s, una di vodka, mezza di Kina Lillet. Shakerato finché è molto freddo, poi aggiunga una sottile scorza di limone. Chiaro?».

Quando Ian Fleming nel 1953 inventò il Vesper Martini per il suo eroe letterario, non immaginava certo che il cocktail, sarebbe diventando uno status symbol. A consegnarlo alla storia e all´olimpo del glamour, insieme al successo editoriale, fu il fascino dell´ambiguità alcolica espressa nel mix inusuale di gin e vodka, omaggio di 007 alla bella doppiogiochista Vesper Lind, protagonista femminile di Casino Royale.

I cocktail rappresentano l´irresistibile trasgressione alla scelta codificata degli alcolici in purezza. Diversi dal vino, che gode di una ritualità tutta sua, dal consumo agli eventi. Diversi anche da whisky, rum, sherry, grappa, che vantano una loro connotazione precisa nella tavolozza del bere alcolico, dove a far la differenza è solo la sapienza di chi li produce. I miscelati partono da basi il più possibile neutre per essere plasmati in maniera funambolica grazie all´abilità del bartender. Nessuno creda che le diaboliche miscele siano storia dei nostri anni. Il primo manuale completo - The Bartenders Guide. How to mix drinks - è datato 1862, a opera dell´istrionico barman americano Jerry Thomas.
Da lì in poi, i cocktail non hanno più smesso la loro arte ammaliatrice.
Le ricette evergreen, tra mix come il Negroni e il Campari shakerato, e apparentemente soavi come l´Alexander e la Piñacolada, vantano schiere di fedelissimi in tutto il mondo. Ordinare «il solito» al barman è il riconoscimento di una appartenenza a un´area di privilegio. Per gli americani, un diritto irrinunciabile, dal Dirty del presidente Roosevelt al Cosmopolitan di Madonna.
Dietro il bancone della “Bodeguita del Medio” si legge ancora il motto di Ernest Hemingway: «My mojito in la Bodeguita, my daiquiri in El Floridita». Come non essere d´accordo?
In un´atmosfera, perfetta per la dedica di James Bond alla sua nuova conquista: «Il cocktail? Penso che lo chiamerò Vesper».«Per via del retrogusto un po´ amaro?».
Il rito dell´aperitivo e del dopocena diventa sinonimo di trasgressione vacanziera e un´occasione irripetibile per assaggiare le ultime inebrianti novità. Ecco alcune nuone proposte:

Heavenly Mojito
4.5 cl di Tequila10 foglie di menta fresca½ lime1 cucchiaio di zuccheroSoda
Pestare lime, menta e zucchero in un tumbler basso. Aggiungere tequila, ghiaccio e soda. Guarnire con la menta

Lab blu
10 cl di spumante brut2 cl di margarita mix0.5 cl di sciroppo Tropical Blu Fabbri (che si depositerà sul fondo del bicchiere)2 cl di Vodka blu in superficie1 spruzzo di lime fresco3 gr di Diger Selz al limone
Versare nell’ordine in una flute alta con ghiaccio

Angel’s temptation
4.5 cl di Gran Centenario Plata Tequila9 cl di succo di mela fresco1,5 cl di succo d’arancia fresco0,75 cl di succo di lime fresco
Versare gli ingredienti in un bicchiere con ghiaccio.Shakerare e servire in un highball guarnito con una fetta di mela verde


martedì 9 ottobre 2007

Il Bitto in mostra

Si svolgerà a Morbegno (Sondrio), dall'11 al 14 Ottobre, la Mostra del Bitto dove la storia e la cultura della Valtellina che conserva un cuore antico si rivelano agli occhi e ai palati attraverso prodotti tipici dal gusto inconfondibile che conquistano al primo assaggio. Per tutti gli appassionati di formaggi, sarà l'occasione per poter assaggiare e degustare il re dei formaggi valtellinesi.

A Morbegno, dal 1907 appunto, viene organizzato ogni autunno il concorso dei formaggi d'Alpe valtellinesi e valchiavennaschi, denominato "Mostra del formaggio Bitto" che attira un numero elevatissimo di appassionati e curiosi, sia valligiani che turisti di tutto il mondo.Nella manifestazione, nata per premiare le forme migliori prodotte sugli alpeggi durante la stagione estiva, il posto d’onore sarà riservato, come avviene ormai da un secolo, al Bitto Dop, che insieme al Valtellina Casera Dop sarà al centro del concorso che decreterà le migliori forme prodotte durante l’anno. I visitatori verranno coinvolti in assaggi e degustazioni, rapiti da aromi unici, conquistati da sapori inconfondibili. Potranno vivere esperienze nuove: imparare a mungere mucche e capre, provare a produrre il formaggio, scoprire come si abbinano i sapori della tradizione, come nascono lavorazioni tipiche e artigianali.


ORARI DI APERTURA:


giovedì dalle 18.00 alle 22.00


venerdì e sabato dalle 9.00 alle 23.00

domenica dalle 9.00 alle 22.00
La Fiera è raggiungibile in treno percorrendo la linea Milano/Tirano scendendo alla fermata di Morbegno. In automobile vi sono varie vie d'accesso: S.S. 36 dello Spluga e 38 dello Stelvio (100 km da Milano), S.S. 340 Regina (70 km da Como), Passo del S. Marco (88 km da Bergamo).La fiera potrebbe rappresentare l'occasione per una visita alla cittadina. Vi invitiamo perciò a consultare le pagine dedicate al Comune di Morbegno e alle sue numerose attrattive

domenica 7 ottobre 2007

Grapperie Aperte 2007

Domenica 14 ottobre torna la quarta edizione di Grapperie Aperte con 36 distillerie che rimarranno aperte per l'intera giornata, in tutte la possibilità di visitare gli alambicchi, di vedere come nasce la grappa e, naturalmente, di assaggiare il prodotto guidati dai distillatori stessi.
Per un'intera giornata i visitatori potranno accedere liberamente alle distillerie associate all'Istituto Nazionale Grappa e scoprire i segreti di un'arte affascinante in cui la tradizione del passato si coniuga con la moderna tecnologia che permette oggi di ottenere prodotti eccellenti salvaguardando tutte le potenzialità aromatiche delle vinacce, affinché giungano all'alambicco con i profumi più naturali e intensi. Maestri distillatori e proprietari di alcune fra le più note distillerie accoglieranno i visitatori per illustrare la storia e l'evoluzione della grappa, le tecniche di distillazione e i vitigni di origine che determinano il carattere e l'originalità di ogni distillato.Come ogni anno sarà possibile partecipare a degustazioni guidate alla scoperta delle migliori produzioni nazionali. Sul sito Istituto Nazionale Grappa è inoltre possibile consultare la mappa delle distillerie aperte al pubblico. Saranno 34 le distillerie aperte per tutta la gironata agli appassionati in Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana, Sicilia. Di seguito alcune delle distillerie che saranno visitabili: Distillerie Beccaris, Distilleria Sibona, Distilleria Peroni, Rossi d'Angera Distillatori, Distilleria Pilzer, Distilleria Zeni, Distilleria Li.Di.a,

GNAM. GASTRONOMIA NELL'ARTE MODERNA

Si è inaugurato stamattina a Parma all' ex Cinema Trento: "Foodscapes – Art & Gastronomy", Mostra d'arte contemporanea a cura di Lóránd Hegyi, critico internazionale e direttore del Museo d'Arte Moderna di Saint Etiénne e della Dott.ssa Gloria Bianchino docente presso il Dipartimento dei Beni culturali e dello Spettacolo dell'università di Parma.
La mostra presenta un vasto orizzonte di opere d'arte che riflettono il complesso tema del mangiare, fornendone un contesto storico, antropologico, sociologico e culturale.

Benché sia strettamente necessario alla vita, benché sia esso stesso vita, benché sia parte delle attività umane fondamentali ed essenziali, l'atto di mangiare è una delle attività umane più potenti e complesse: è l'attività che in se stessa ha a che fare con la fondamentale ed elementare auto-riproduzione, così come con la socializzazione e la comunicazione dell'individuazione metaforica dell'esistenza umana in quanto attività strutturata, organizzata, teologica, razionale, nell'universo.
La mostra sarà strutturata in diverse sezioni tematiche, basate su diversi contesti di riferimento.
Da un lato, ci sono contesti culturalmente, storicamente, ideologicamente, religiosamente condizionati nei quali l'atto di mangiare si trasforma in un'entità profondamente metaforica. La sacralità e il carattere rappresentativo del cibo, le formalità cerimoniali, l'estetica di potere e ricchezza, la gerarchia ed il complesso e differenziato sistema di esclusività ed inclusività, l'accettazione o il rifiuto sociale, la posizione centrale o la marginalità costituiscono momenti cruciali in questi contesti.
Foodscapes – Art & Gastronomy”, Parma, ex Cinema Trento, 7 ottobre 2007 – 6 gennaio 2008. Orari d'apertura: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19
Prezzi: ingresso intero 7 €.

Di ritorno dall'Oktoberfest

Ogni volta che arriva questo periodo dell'anno, mi riprometto sempre che dovrò far parte anch'io
di quell'oceanica invasione di folla che per tradizione, che ci sia sole o pioggia, si riversa per le vie e quartieri di Monaco, sottoforma di vero e proprio stato d’assedio di massa dovuto all’apertura di quella grandiosa festa della birra che risponde al nome di Oktoberfest.
Non riuscendo ad esserci nemmeno quest'anno, mi sono appellato ad un gruppo di amici amanti delle "bionde", appena ritornati dai loro 4 giorni "di inebrianti sensazioni", mi hanno raccontato com'è andata la loro esperienza, tra avventure, bevute, nuove amicizie e abbuffate!!!
Per tutti coloro che come me non aspettano l'occasione di poter dire "c'ero anch'io all'Oktober" eccovi una breve descrizione di quello che ci attenderà.
La città di Monaco che sorge fra le bellezze incontaminate dei paesaggi della pianura Bavarese,da sempre dedita nel preservare i suoi più tradizionali usi e costumi, è senz'altro una delle mete principali preferite dal turismo non solo nazionale.

La storia della Baviera si sviluppa anche tra il folclore di questa terra, le sue pittoresche cittadine dai balconi in legno e dallo spirito allegro che la gente del luogo diffonde tra corpulenti wurstel, tradizionali crauti, invitanti polli e spumeggianti boccali di birra ... Siamo tra i tipici giardini immensi di castagni e platani (i cosiddetti biergarten ) popolati nella calda stagione per sorseggiare dissetandosi in buona compagnia, o direttamente tra gli stands dell'Oktoberfest? Già...! L'Oktoberfest; solo nel pronunciarla, emerge e si diffonde l'aroma delle lager fresche e delicate, dolci e fruttate,corpose e persistenti.
Guglielmo IV Duca di Baviera,in un editto dichiarò la birra la bevanda nazionale e di certo ancora oggi non si può che dargli ragione visto che mediamente se ne consumano ogni anno circa 220 litri a testa! Basti considerare che la Germania con il suo 40% di fabbriche di birra nel mondo,ne è la maggiore produttrice, possiede più di 1000 birrerie sparse in tutto il suo territorio e che la Baviera è il vero cuore pulsante della tradizionale produzione delle bionde lager e della congiunta e trionfante purezza del luppolo ,del malto e del lievito. La tradizionale Festa della Birra "non è altro" che una rievocazione storica datata 1810,anno in cui il principe Lodovico I di Baviera prende in sposa la principessa Teresa di Sassonia .Per festeggiare l'evento si svolse una corsa di cavalli che si ripetè poi ogni anno ,grazie all'acclamato successo del pubblico e che ad ogni edizione si espandeva richiamando espositori di prodotti locali e di birrai che ne offrivano il loro schiumoso e dissetante oro. Da allora, milioni di visitatori, sedotti dai profumi che si estendono copiosi nell'aria,consumano interminabili fiumi di birra bavarese, sterminate distese di salsicce e wurstel ,chilometri di strudel di mele e cannella e ancora patate,manzo,mele stregate... tra giochi di colori ,giostre panoramiche,luna park, bandiere al vento della Paulaner,HB,Hacker Pschorr,Augustiner,Lowenbrau, Spaten, Franziskaner e chi più ne ha più ne metta.


L'inaugurazione cade,come ogni anno,nella penultima domenica di Settembre,quando la città si sveglia per la sfilata allegorica dei carri,tra birrai in veste tipica di pantaloni corti e calzettoni, gilet guarniti di medaglie e copricapi;anche il sindaco vuole la sua parte e a lui spetta aprire la prima botte di birra della nuova stagione annuale che ufficialmente da inizio al corteo di danze,canti e fantasiose composizioni turistiche rappresentanti tutta Europa. L'atmosfera che si respira in ogni stand , è senz'altro quella allegra del divertimento comune tra tavole inbandite e cameriere scaltre in vesti locali, sommerse da enormi boccali spumeggianti, trasportati con maestrosa e proverbiale abilità tra il brulicare di immense folle di genti in danza e battimani ,musiche orchestrali,cori popolari e concerti rock.

La birra, indipendentemente da quale sia, viene venduta e servita in boccali da 1 litro, che costa sui 7-8 euro e che viene chiamata “Maß” (la fantomatica lettera “ß” si pronuncia “ss”). Per chi non regge benissimo l’alcol c’è sempre la Radler, ovvero birra mischiata con limonata. Oltre alle bevute c’è poi di che abbuffarsi e non semplicemente per modo di dire: il menù è ricco, gustoso e, manco a dirlo, ipercalorico, con Speisekarten (liste del cibo) tempestate di Knödel , Würstel, patate, carne di manzo e di maiale, crauti, Brezeln (ricoperti di grani di sale e all’occorrenza farciti di burro), salse a base di panna e chi più ne ha più ne metta. Attenzione che le porzioni sono, a seconda di cosa si ordina, abbastanza impressionanti.

A parte i boccali di bionda e l’ingolfamento da calorie in eccesso, tipici dell’atmosfera delle Zelt sono sicuramente l’accompagnamento incessante dell’orchestra, i balli indiavolati della massa sulle panche da una cert’ora in poi (l’alcol sale nel sangue e la gamba sale di conseguenza sull’asse del tavolo) e i canti intonati a furor di popolo, tutti rigorosamente snodati su repertori bavaresi tradizionali o canzoni trash degli anni ’80 diventate ormai un must.Ogni tanto la musica si fermerà e la folla canterà “ein Prosit ein Prosit der Gemütlichkeit”, che vuol dire “un brindisi un brindisi alla Gemütlichkeit (=comodità, stato di benessere corroborante)”, frase che conviene astutamente imparare perché viene ripetuta in continuazione e così almeno si può partecipare di tanto in tanto ai cori anche senza sapere il resto del repertorio.Il brindisi si fa sbattendo la base del boccale (e non la parte superiore), dicendo “Prosit” oppure “Prost” e guardandosi rigorosamente negli occhi, pena 7 anni di sesso pessimo quindi attenzione!

Comunque vadano i vostri brindisi, in questa trascinante e amichevole accoglienza, tutto si trasforma e diventa bavarese e nemmeno il dialogo è più limitato dalla diversità di linguaggi ;gli sguardi ,l'allegria,il tintinnare di boccali innalzati al brindisi e il comune far festa crea un popolo:è il popolo Bavarese.

A questo punto quindi, borsa a tracolla, macchina fotografica carica e chiaramente bionda alla mano, non mi resta che augurare a tutti fantastiche bevute e soprattutto buon divertimento……Prost Leute!

sabato 6 ottobre 2007

Il Piacere del Balsamico



Si è inaugurato ieri alle Fiere di Modena la prima edizione della manifestazione Gusto Balsamico dedicata agli aceti dal mondo e all'agrodolce si presenta al suo pubblico con un ricco programma di attività. Nasce come punto d'incontro e valorizzazione della tradizione emiliana: eppure, fin da questa prima edizione, la manifestazione si pone un obiettivo ancora più ambizioso.

Un'occasione unica: un fine settimana di inizio ottobre a Modena alla scoperta della capitale della velocità e della lentezza, in occasione di Gusto Balsamico. Ovvero, come è possibile far convivere nello stesso territorio il mito dell'aceto balsamico tradizionale, che matura per decine e decine di anni lentamente nelle batterie custodite nei sottotetti, trasmesse di generazione in generazione.

Con circa dieci espositori selezionati da ogni parte del mondo, Gusto Balsamico respira aria internazionale, riunendo sotto un unico tetto passioni, storie e culture di ogni angolo del globo.Dalla Spagna all'Iran, passando per il gigante cinese, nel Mercato di Gusto Balsamico troveranno spazio una serie di prodotti derivati o a base di aceto, selezionati in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nel nutrito programma generale, uno degli eventi più attesi è senza dubbio l'Asta/Evento dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, che sarà battuta dalla casa internazionale Sotheby's, la più antica casa d'aste d'arte al mondo. I lotti sono costituiti da una selezione accuratissima di esemplari di altissima qualità, scelti da appositi comitati di esperti sotto l'egida del Cermet e della Consorteria di Spilamberto, in modo da poter rappresentare il meglio del Balsamico.
Per tutti, poi, appuntamento al Mercato, un'area aperta al pubblico con spazi appositi per la vendita, la promozione e la degustazione, "cuore" di Gusto Balsamico; oppure alla scoperta dei cinque Itinerari enogastronomici, che promuovono non solo la tradizione gastronomica locale ma anche l'atmosfera inconfondibile dei luoghi; e ancora, gli Assaggi succulenti, aree di degustazione che scandiscono la visita ai padiglioni, dove è possibile assaggiare preparazioni calde e fredde ispirate alla "cucina di casa" e creazioni innovative caratterizzate dall'uso dell'aceto, con ricette da tutta Italia. E poi, "Tutti a tavola!", iniziativa grazie alla quale quattordici ristoranti o osterie dell'intero territorio modenese ospiteranno altrettante Cene Balsamiche, cene a tema con menù studiati per l'occasione dove le materie prime locali e di stagione e l'aceto balsamico tradizionale di Modena saranno i protagonisti.

Insomma, Gusto Balsamico sarà un unico e inedito crocevia di sapori ed esperienze a disposizione del pubblico per promuovere la cultura agroalimentare di Paesi e popoli diversi.

New Osterie d'Italia 2008

Sarà presentata alla fiera di Modena, in occasione di Gusto Balsamico la nuova guida Osterie d'Italia 2008 di Slow Food. Giunta alla diciottesima edizione, la guida raccoglie 1700 indirizzi in Italia e nel Canton Ticino, tra cui 167 novità. La scheda descrittiva di ciascuno racconta luoghi, personaggi e cucina, evidenziando i piatti più significativi della tradizione regionale; oltre alla “chiocciola”, il sussidiario evidenzia 465 “bottiglie”, a segnalare una carta dei vini particolarmente ricercata e curata, e 216 “Locali del buon formaggio” che vantano una selezione di prodotti caseari ricca e interessante. La guida riserva uno spazio particolare alle antiche osterie e ai nuovi luoghi di convivialità, proponendo itinerari alla scoperta delle ombre di Venezia, della cucina di strada a Napoli o dei trippai di Firenze. Ritorna anche il Dizionario gastronomico regionale notevolmente ampliato rispetto all’edizione scorsa: 1768 definizioni per orientarsi tra i piatti della cucina tradizionale delle regioni italiane. La più significativa novità di quest’anno è la segnalazione dei locali accessibili ai disabili e delle cucine che preparano piatti senza glutine
Autunno, tempo di sagre.


Ce ne sono per tutti i palati. L'obiettivo è promuovere le specificità del territorio e valorizzare le prelibatezze enogastronomiche. Per chi ama viaggiare alla riscoperta di sapori e gusti tradizionali, l’autunno è una delle stagioni più ricche di appuntamenti per quello che potremmo definire “turismo del gusto”.Aumentano, infatti, gli appassionati di sagre enogastronomiche, che trascorrono giornate a degustare ed assaggiare prodotti tipici tra le bancarelle di produttori artigianali.Uva, castagne, funghi, zucca, miele, formaggi, qualsiasi cosa che regali alle fredde giornate autunnali, piacere al palato, e che riscaldi il corpo, magari con un buon bicchiere di vino locale. Sì, perché la sensazione, camminando con passo lento uno vicino all’altro, per non perdersi nulla di quelle prelibatezze, è di scaldarsi, di ritornare indietro nel tempo dove tutto era più genuino, di ritrovarsi protagonisti della tradizione, tra il profumo di caldarroste e vin brulé.Un modo nuovo per visitare paesi dimenticati e per ridare valore al territorio.E non mancano certo le occasioni per questo “turismo del gusto”: un calendario ricco, accompagna, mese dopo mese, il viaggiatore, alla scoperta, tra le regioni del nostro paese, dei sapori locali.


Numerose sono le sagre proposte in questo periodo in ogni regione; non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ve ne propongo alcune


Castagne: Arrostite, glassate, in salsa, come dolci e guarnizioni di piatti: le castagne sono le vere protagoniste dell'autunno. Ecco i principali eventi che le celebrano.


Marradi (Fi) nelle domeniche del 7, 14, 21 e 28 ottobre si apre la 44a edizione della Sagra delle castagne. Dolci di tradizione realizzati con il marrone lavorato fresco come la famosissima torta, i tortelli fritti, il budino, il tronco, le marmellate, i marrons glacés, i bruciati (caldarroste) o con la farina, il castagnaccio, le frittelle e tanto altro ancora, come la vendita di prodotti del bosco e sottobosco, oltre che di prodotti artigianali e commerciali. Le domeniche di sagra saranno, poi, animate da artisti di strada e musicisti itineranti che si alterneranno nel corso delle 4 giornate in questione.

Soriano del Cimino (Vt) dal 29 settembre-21 ottobre,si svolge la Sagra della Castagna, antica festa risalente al XV secolo sorta per celebrare il prezioso frutto dei monti Cimini. Il paese fa un tuffo nel passato con giostre e gare in costume medievale.


Cuneo dal 4 al 7 ottobre si svolge la 9a edizione della Festa regionale del Marrone


Marola Carpineti (Re) dal 7 al 21 ottobre si svolgerà la 44a manifestazione Festa della castagna di Marola


Campora (Pr) si svolgerà la 32a edizione della Festa del Marrone di Campora. La manifestazione sarà organizzata dalla Associazione Pro loco Campora, in collaborazione con il Comune, Comunità Montana Est, Provincia e Consorzio Volontario Forestale Monte Fuso
Zucca: l' appuntamento con l'ortaggio più colorato. Ecco gli eventi più importanti e dove poterlo gustare e acquistare.

Dorno (Pavia), 13-14 ottobre, Sagra della Zucca Bertagnina dove ci saranno degustazioni di saporite ricette a base di zucca. Vera specialità il risotto

Venzone (Udine), 27-28 ottobre, Festa della Zucca: rievocazione storica con giocolieri e figuranti, ma vera protagonista è la zucca da acquistare e gustare nelle bancarelle e negli stand gastronomici

Piozzo (Cuneo), 5-7 ottobre, XVI Sagra della Zucca: 440 qualità di zucche esposte su carri antichi in tutto il paese
Uva & Vino: gli eventi per festeggiare la fine della vendemmia.

Nella zona del Frascati, sotto i Castelli Romani, arrivano gruppi folcloristici da tutta Italia per la sessantesima sagra dell'uva e dei vini tipici locali di Zagarolo.

Morbegno (Sondrio), 28 settembre-14 ottobre, Morbegno in cantina con degustazioni di vini valtellinesi, come Vagella, Grumello, Sassella, Inferno e Sfursat.
Albavilla (Como), 29 settembre-7 ottobre, Festa dei Crotti e dell'Uva, dove sarete guidati nei crotti, cavità naturali usate per conservare i cibi e il vino, in cui sono state spesso realizzate delle taverne
Nei comuni di Fara, Sizzano, Ghemme, Romagnano (Novara), 6-7 ottobre, Novara Street Festival: quando la musica incontra il buon vino: nelle terre del Nebbiolo un week end di cantine aperte.

Tartufi: Gli appuntamenti con i profumati, irresistibili e ricercati prodotti del sottobosco.

Sant'Agata Feltria (Pesaro-Urbino), 7 ottobre-4 novembre, Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato: la fiera presenta la preziosa "trifola" e altri prodotti dell'autunno come funghi, castagne, miele, erbe officinali, vino.
Nelle Marche, Sant'Angelo in Vado onora il prezioso tartufo per quattro week end a partire dall'11 ottobre con la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco.
Alba (Cuneo) si terrà la 73a Fiera e Mostra nazionale del Tartufo Bianco